16/06/2015

J. Lamarck: sei motivi contro la teoria del settore biotech in bolla

di Gianpaolo Nodari* (Il Sole 24 Ore Radiocor) – Milano, 15 giu 

Dopo una corsa durata quattro anni, le aziende biotech continuano a dare grandi soddisfazioni ai loro azionisti. L’indice Nasdaq Biotechnology e’ in rialzo di circa il 20% da inizio anno smentendo chi ripete da anni che la fine e’ vicina. In J. Lamarck siamo di parere opposto e vogliamo spiegare le nostre motivazioni contro l’ipotesi che vede una bolla nel settore. La premessa e’ che i vari programmi di allentamento monetario di Fed, Bce e BoJ hanno immesso sul mercato una grande quantita’ di denaro. Il settore biotech ha ricevuto finanziamenti per 8,6 miliardi di dollari da venture capital nel 2014, segnando il livello piu’ alto dal 2007. Tuttavia, considerando lo sviluppo del settore, non riteniamo che questo ingente afflusso di capitali costituisca una bolla, dato che il numero di imprese che hanno ottenuto finanziamenti e’ rimasto piuttosto stabile negli ultimi dieci anni. Questo flusso, proveniente da venture capitalist o dal mercato, e’ ancora del tutto ragionevole, specie se raffrontato ai bilanci del settore farmaceutico. Se ipotizziamo che queste aziende dirottino anche solo il 5% del loro bilancio ovvero circa 110 miliardi di dollari verso societa’ biotech, ne scaturirebbe un flusso di capitali tale da finanziare per almeno un anno le circa 500 aziende biotech sostenute oggi da venture capital

Una seconda ragione e’ che il mercato e’ sempre piu’ esigente e non ha la frenesia tipica delle bolle. Per esempio, l’entusiasmo sull’immunoterapia contro il cancro non ha indotto gli investitori a perdere la testa come invece avvenuto nel 2000 con gli anticorpi monoclonali. Gli investitori sono oggi piu’ selettivi nei riguardi di tecnologie e strategie

Come terzo punto, le alte valutazioni sono sostenute principalmente da operazioni di fusione ed acquisizione tra grandi aziende farmaceutiche e societa’ biotech, quindi da attori che conoscono assai bene il settore

In quarto luogo, i progressi scientifici sono tangibili. Esiste una differenza tra acquistare titoli di aziende con progetti interessanti ma non compiuti o di societa’ che hanno sviluppato cure. Ci sono stati progressi incredibili nel settore, pensiamo all’epatite C che e’ diventata curabile. Altri approcci terapeutici, dai farmaci RNAi alla terapia genica, hanno un potenziale commerciale molto elevato

Un altro elemento e’ costituito dal fatto che i nuovi farmaci approvati hanno portato enormi profitti alle societa’ biotech e l’aumento dei prezzi delle azioni non sempre significa che le valutazioni siano tese. E’ difficile sostenere, per esempio, che Gilead Sciences sia affetta da una bolla in questo momento, visto che nell’ultima trimestrale la societa’ ha riportato un utile di 4,3 miliardi di dollari, cioe’ piu’ di quanto abbia guadagnato in tutto il 2013. Le nostre stime indicano un utile di circa 17 miliardi per il 2015, a fronte di una capitalizzazione di mercato pari a 150 miliardi di dollari (equivalente ad un P/E di poco inferiore a 9). Assolutamente in linea con aziende del settore quali Pfizer, Novartis o Merck. A questo si aggiunga che Gilead ha 10 prodotti nell’ultima fase di test o in attesa di approvazione di marketing

Infine, pensiamo alla normativa del settore. Il contesto regolamentare presso le due autorita’ di controllo e valutazione dei farmaci, l’americana FDA e l’europea EMA, che hanno il compito di controllare l’efficacia e la tollerabilita’ dei medicinali prima della loro immissione sul mercato, e’ notevolmente migliorato garantendo l’approvazione di 44 nuovi farmaci nel 2014, piu’ del doppio di quanti approvati nel 2008

Tutto cio’ non implica necessariamente che il biotech continuera’ ad avere performance cosi’ positive ma, se non altro, ci sono parecchi buoni motivi per avere fiducia

* amministratore delegato di J. Lamarck “Il contenuto delle notizie e delle informazioni trasmesse con il titolo “Parola al mercato” non possono in alcun caso essere considerate una sollecitazione al pubblico risparmio o la promozione di alcuna forma di investimento ne’ raccomandazioni personalizzate a qualsiasi forma di finanziamento. Le analisi contenute nelle notizie trasmesse nella specifica rubrica sono elaborate dalla societa’ a cui appartiene il soggetto espressamente indicato come autore. L’agenzia di stampa Il Sole 24 Ore Radiocor declina ogni responsabilita’ in ordine alla veridicita’, accuratezza e completezza di tali analisi e invita quindi gli utenti a prendere atto con attenzione e la dovuta diligenza di quanto

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(RADIOCOR) 15-06-15 12:28:02 (0295) 5 NNNN